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via Padova, 133
01:04
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(strumentale)
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2. |
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Notturno (il lungo letargo di primavera)
Dormire qualche ora per notte
È più salutare di quanto si creda
Confondere il sonno e la veglia
Fuggire da Morfeo e sentirsene preda
Chiudere gli occhi in un muto sbadiglio
Che muta l’insonnia in preghiera
Lasciando l’attesa meraviglia
Di un miracolo prima di sera
Scade il tempo
Si frantumano gocce di quarzo sul cuscino
Stillicidio di suicidi pensieri
istiga a mettersi in cammino
Sale il vento si alternano veloci
le luci dei lampioni timorosi
che ignorandosi
continuano imperterriti a rincorrersi tra circoli viziosi
e a perdersi
In vie sofisticate dai tuoi erotici bisogni
e resti a chiederti
Se è vero quel che vedi o sono solo sogni
Milano è un fotomontaggio
Di tetti rubati ad un altro paesaggio
Miraggio vestito da sera
Per l’ultimo ballo di primavera
Milano è un lungometraggio
Di incanti sciupati da brutto montaggio
In maggio si desta e si avvera
Il lungo letargo di primavera
Milano è un lungometraggio
Di incanti sciupati da brutto montaggio
In maggio si desta e si avvera
Il lungo letargo di primavera
Cerco tra i tetti un nuovo paesaggio
Che spogli Milano da quel folle miraggio
E come una madre si faccia severa
prima di darmi in braccio alla sera
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3. |
La Penultima Cena
05:52
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La Penultima Cena
Con le labbra ancora rosse ed umide di vino
lo sguardo coperto dal capo chino
le parole un po' confuse
dalla lingua già lontane
negli occhi solo l'ombra del suo pezzo di pane.
Così chi è chiaro simbolo di tradimento,
si presentò ed in mano tutto il suo tormento,
le milioni di scuse,
per giustificare
al cospetto dell'uomo che dovrà baciare.
Con gli occhi ancora incerti di chi però ha capito
di chi nel fuoco è immerso ma comunque ha perdonato
le parole tanto pronte
da doverle censurare
perché in fondo così era e così doveva andare.
Prese tra le mani il volto dell'amico,
lo guardò negli occhi fissi e disse io ti benedico
il mio compito è morire
fai quel che devi fare
e una lacrima gli cadde sopra il pane da spezzare.
Proprio in quell'istante il vento alzò la sabbia
che impetuosa andò a macchiare il candore della luna
quel vento così rabbioso non lasciò forma alcuna
"Al popolo dell'uomo hai promesso redenzione,
a me che son tuo amico parli di rivoluzione,
io stesso non comprendo più il tuo dio così lontano
con il pugno occorre agire senza tendere la mano.
Gerusalemme silenziosa prese forma in un colore
Quell'infuocato vento là smise di soffiare
Portò con se la luna e ogni cosa da guardare
Di nuovo quello sguardo vecchio di tre anni
ferisce la sua ira e consola i suoi affanni.
Si spense tanto ardore nel mitragliar parole
rimase la paura di chi uccider non vuole
Dimmi qualcosa, fermami, disdegno la pietà,
io non la so usare tutta questa libertà.
Si alzò di fretta e furia rovesciando il vino
in una mano la paura e nell'altra il suo destino
la notte testimone ,
ormai di cattivo umore,
il sole un po' arruffato disse addio al traditore.
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4. |
Discotango 54
03:00
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(strumentale)
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5. |
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La Patetica Danza di Margherita
Il fumo tra le dita
nasconde queste mani tremanti,
quelle di una sposa tradita
caduta fra lenzuola di anime amanti
Un corpo senza vita
dolce di sudore e di pianti
strozzati con fatica
per non sentirne il gusto di pioggia tra i denti
lei nascose tra le mani il dolore e
senza troppe parole il suo amore scacciò
poi fece un sospiro profondo
chiuse gli occhi e in un lampo il dolore passò
la noia travestita
da calde ed umide follie,
in un sospiro mi ha rapita,sbattuta
tra le natiche di apatiche manie.
e ho danzato la mia vita abbracciata
ad un quaderno di patetiche poesie,
calpestandoti impaurita ti ho sparato,
ma inciampando... la mia danza è finita così
Gettò i suoi vestiti nel mare
E lì in mezzo ci lasciò pure il cuore e morì
Lo guardò per un po’ galleggiare
E poi contro uno scoglio
Si infranse il suo amore
e capì
e in mezzo al sale,
sotto una nube che ha asciugato anche il male
bianca di pece,
alzo lo sguardo e guardo, non c'è più luce
eppure ho amato, goduto, sognato
maledetto amore, non ti ho sentito
hai sussurrato? o forse urlato?
o sono io... non ho capito
e sono qui senza più fiato
senza più voglie senza più amore
a supplicare al mio passato
di fare piovere almeno il dolore
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6. |
Lu.Lu
04:29
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Lu.Lu
La Milano e quella nebbia,
tante giacche quanta rabbia sui tram,
quattro chiacchere da bar
cri-mi-nal
con i soliti discorsi
partigiani con rimorsi in Via Novara,
i nuovi volti della mala
le sirene delle sei poi nelle fabbriche alla sera
mentre noi di night in night a festeggiare un'altra dura
tutti in piedi sulle sedie
e sulle panche delle chiese per lui
un duro da dure
un duro da dure
di questi tempi in cui essere eroi vuol dir morire
un duro da dure
un duro da dure
di questi tempi in cui essere eroi vuol dir morire
Tra Via Osoppo oppure in Brera
dov’è mai la vera mala stasera
noi siam gente che non spara
che non getta ancora sangue tra cronache di nera
o mia cara dimmi un po’
preferisci andare al lago oppure al Roland Garros
a vedere nuovi atleti
senza umili impiegati
meglio viver per alberghi
che in trenta metri quadrati
tutti in piedi sulle sedie
e sulle panche delle chiese per lui
un duro da dure
un duro da dure
di questi tempi in cui essere eroi vuol dir morire
un duro da dure
un duro da dure
di questi tempi in cui essere eroi vuol dir morire
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7. |
Candida
02:50
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Candida
tutta colpa di un revolver
nella tasca a prender polvere
gli sportelli della banca
e le colonne di giornale
la custodia di violino in cui scintilla quel fucile
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8. |
Lamento
05:30
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Lamento
È nella perversione che sta il vero turbamento
e un altro sei per cento che andrà a Satana Beato
Peccato che si annulla nel medesimo momento
in cui nasce il desiderio di una pia redenzione
La ferita è un’impressione:
è già in via di guarigione. So che
me ne andrò all’inferno ma non me ne lamento…
È nella privazione che sta il vero godimento
portato avanti a stento sui miei passi depravati
Stanco dei salassi e di ogni stupido tormento
che col tempo mi hanno inflitto gli stregoni e i benpensanti
Non più così pesanti
le vergogne mie più grandi.
E aspetto ancora il giorno in cui ormai non avrò più tempo..
È in questa confessione che sta il giusto testamento
di un incauto libertino affranto e in vena di rimpianti
Per portare sulla schiena un’esistenza così oscena
è innegabile che occorra un indubbio portamento
Ma non portatemi rispetto
è la mia fine ed io l’accetto. E sul mio
volto non vedrai nemmeno l’ombra di un lamento…
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9. |
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Dalì (Cezanne Cezanne Cezanne)
When Dalì
met Gaugin and Klee
he said: "What a mess
of surreality"
When Dalì
met Gaugin and Klee
he said: "What a mess
of surreality"
Then, he killed Cezanne
and started to run
Killed Cezanne, Cezanne, Cezanne
Killed Cezanne, Cezanne, Cezanne
Killed Cezanne, Cezanne, Cezanne
Killed Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
Cezanne, Cezanne, Cezanne
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il Cubo di Rubik Monocromo Milano, Italy
Il Cubo di Rubik Monocromo é un gruppo indie milanese attivo dal 2007.
La band, attualmente composta da 7
elementi, unisce il songwriting in lingua italiana a sfumature folk, alternative e post-rock .
Nel 2009 esce il loro primo disco intitolato "Quarantatre miliardi di miliardi di possibili combinazioni (in una sola mossa)".
Il nuovo album "Picnic al mare" è uscito a Novembre 2018.
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